Quantcast
Channel: Commenti a: Il provincialismo del brand – La barca non è… (33° puntata) settembre 2009
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Di: Alessandro

0
0

Gent.mo Antonio Soccol,
Sono un progettista di un cantiere ligure, leggo sempre con parecchio interesse ciò che scrivi.
Per questo articolo non posso fare altro che darti ragione al 100%.

Ti faccio però un appunto su questa parte :
“E se, come già proposto il mese scorso, qualcuno producesse una unica carena e poi ogni singolo cantiere la personalizzasse? Di uno stesso scafo si possono fare un congruo numero di varianti: barca open, barca cabinata, barca con flyng bridge, barca sobria, barca elegante, barca veloce, barca velocissima, barca da lavoro (da quelle per la CP a quelle per la GdF, dai pompieri alla protezione civile, e poi carabinieri, polizia e via così…).”

L’idea non sarebbe affatto male, ma sai meglio di me quanto possa essere difficile (impossibile?) associare un solo scafo ad una gamma di imbarcazioni cosi ampia..
Si potrebbe fare benissimo uno scafo adatto a open e fly, che già esistono, ma diversificarlo in più rami non mi sembra una impresa cosi facile!

In campo automobilistico, per esempio, studiare un telaio o un motore e usarlo per piu’ case è stato fatto con risultati piu’ o meno buoni. Nulla vieterebbe a due o tre cantieri di fare una join venture per uno scafo..ma generalizzarlo ad un numero maggiore, forse sarebbe difficile, anche se il momento economico che stiamo affrontando potrebbe essere uno stimolo.

Ti lascio con una domanda: secondo te, come mai alcune realtà medio piccole che lavorano solo sul custom e in maniera artigianale stanno passando indenni il brutto periodo economico, mentre altre, parlo sempre di piccole medie imprese, che producevano serialmente sono in procinto di chiudere? La catena di montaggio o comunque l’industrializzazione nautica è fallita?

Alessandro


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Latest Images

Trending Articles





Latest Images